L’angolo di Aizawa: Le aperture. Prima parte.
L’apertura (senpō – 戦 法) a Shougi è la serie di mosse iniziali della partita e ha fine con l’inizio del medio gioco. Per ogni apertura esistono delle mosse particolarmente raccomandate (jōseki – 定 跡), già profondamente studiate da giocatori professionisti, che permettono di mantenere il gioco equilibrato e portare entrambi i giocatori ad uscire dall’apertura in maniera corretta, senza compromettere la propria posizione. I jōseki sono sempre accompagnati da note e commenti, sia sulle motivazioni alla base di una determinata mossa, sia sugli errori da non commettere. Non necessariamente in apertura si segue un jōseki: esistono delle aperture studiate appositamente per favorire un giocatore, quindi non portano a un gioco equilibrato; tuttavia se giocate correttamente dal giocatore avversario, queste aperture trappola portano il giocatore in una posizione inferiore quindi si vedono solo tra giocatori inesperti.
Volendo classificare le aperture in maniera simile a quelle degli scacchi possiamo far riferimento alle mosse iniziali della torre, che può essere mantenuta fissa sulla sua colonna originaria o mobilizzata lungo la seconda traversa; l’avversario ha due possibilità: rispondere in maniera simmetrica o rispondere facendo la scelta contraria. Rispondendo in maniera simmetrica si da origine a due grandi famiglie di aperture, entrambi con la torre statica o entrambi con la torre mobile, rispondendo invece in maniera diciamo asimmetrica si da origine all’ultima grande famiglia di aperture dove appunto il giocatore avversario risponde con l’altra alternativa, torre statica su torre mobile o viceversa. Sono possibili anche giochi diversi, irregolari, ma sono molto rari e comunque non giocati ad alto livello.
Così come per gli Scacchi, lo studio approfondito delle aperture e l’avvento dei computer hanno permesso alla teoria delle aperture di compiere notevoli passi avanti, arrivando a scoprire possibili nuove linee di gioco e sviluppare ulteriormente le varianti già conosciute. In particolare, nel caso di torre mobile si sono sviluppate linee di gioco distinte a seconda della colonna che la torre va a controllare.
Si può arrivare così a suddividere le possibili aperture in sottofamiglie e varianti, anche se questo avviene in maniera diversa e soprattutto in minor quantità rispetto agli scacchi dove troviamo una vastità di serie di mosse “migliori”: questo è dovuto al fatto che i problemi causati da una singola mossa non buona nello Shougi, non compromettono in maniera irreparabile la posizione come invece capita negli Scacchi.
Per fare dei paragoni un po’ più concreti dal lato scacchi (graditi magari a chi sa un po’ giocare e senza entrare nel dettaglio, anche perché stiamo parlando di Shougi… chi vuole approfondire ciò che cito è “cliccabile”), un giocatore alle prime armi può prendere scacco matto in tre mosse come capita ad esempio nel matto del barbiere: chi tenta questa trappola però non segue le linee di apertura considerate migliori e nella speranza che il suo avversario faccia ancora peggio. Anche uscendo dalle aperture regolari e con un gioco particolarmente aggressivo è impossibile che una partita di Shogi si concluda alla quarta mossa, ed è piuttosto difficile comprometterla definitivamente in così poche mosse, cosa che invece può capitare negli scacchi anche seguendo un’apertura regolare e tra giocatori con una discreta esperienza, se non si fa attenzione o non si conosce l’apertura; un esempio in questo senso è il controgambetto Falkbeer, una risposta del nero al gambetto di Re che se giocata in modo non corretto porta il bianco in una posizione ormai compromessa.
Fin qui è stato un discorso molto in generale, volutamente (scacchi a parte) anche perché nel prossimo appuntamento analizzeremo le aperture un po’ più nel dettaglio, mostrandovi magari anche qualcosa che ci ritroviamo proprio guardando Shion.
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