L’angolo dello Shougi di Aizawa: mediogioco e finali
Come già sapete, una partita di Shougi si divide in apertura, mediogioco e finale. Di aperture ne abbiamo visto tante, ci mancano però da approfondire le ultime due fasi di gioco che sono altrettanto importanti nello sviluppo di una partita.
Il mediogioco
Il mediogioco si riferisce alla fase della partita tra l’apertura e il finale; non c’è una netta divisione tra l’apertura e il mediogioco, così come tra mediogioco e finale. Se vogliamo dare una spiegazione un po’ semplicistica ma comunque valida, possiamo dire che il mediogioco inizia quando entrambi i giocatori hanno completato lo sviluppo della maggior parte dei loro pezzi e il Re è in posizione di relativa sicurezza, e termina quando la partita entra nella sua fase finale dove in linea generale il Re non si limita a una posizione di sicurezza ma diventa parte attiva del gioco.
La teoria sul mediogioco è molto meno sviluppata rispetto alla teoria sulle aperture o a quella sui finali. Le posizioni raggiunte in questa fase infatti variano da partita a partita, i pezzi in gioco sono troppi e non è fattibile elaborare varianti teoriche come succede per le aperture e i finali. I giocatori professionisti di Shougi, in questa fase, sono “costretti” ad analizzare maggiormente le possibili combinazioni e lo sviluppo del gioco rispetto a uno scacchista professionista, questo perché la possibilità di paracadutare i pezzi catturati aumenta sensibilmente la complessità di una posizione. I giocatori con un passato da scacchisti professionisti spesso tendono a fare un uso limitato del paracadutaggio, soprattutto nel mediogioco, dove invece risulta fondamentale per riuscire a sfondare nella difesa avversaria.
Il finale
Lo sfondamento delle difese di uno o di entrambi i giocatori segna di fatto l’avvio della partita nella sua fase finale. Con la difesa compromessa, il Re può essere facilmente attaccato e catturato dai pezzi avversari e deve necessariamente trovare una via di fuga e magari, una volta parato l’attacco, supportare l’offensiva diventando così parte attiva del gioco. Una delle tattiche più frequenti in questi casi è aprire la linea di pedoni per consentire al Re di avere una via di fuga; è molto più complicato dare scacco matto se il Re “esce allo scoperto”, specialmente se l’avversario non ha più molti pezzi in gioco con cui portare l’attacco.
Il finale, banalmente, si riduce a una gara a chi riesce a dare scacco matto all’avversario per primo. Un semplice errore o addirittura una sbavatura può cambiare drasticamente i valori in campo facendo pendere la bilancia della vittoria verso l’uno o l’altro giocatore. Questa fase quindi risulta fondamentale, perché se non si è in grado di vincere un finale anche una partita perfetta fino a quel momento è inutile: alla fine, si sa, vince chi riesce a dare scacco matto.
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